L’interesse di questa sentenza non è solo matematico, ma anche e soprattutto giuridico. Dopo un anno, la Corte d’Appello di Bari è tornata sull’argomento, lo ha analizzato sotto il profilo tecnico-finanziario e giuridico, e ha offerto la più corretta interpretazione matematica e legale possibile del mutuo con ammortamento alla francese. La Corte di Cassazione ha riconosciuto che, almeno in astratto, un mutuo potrebbe produrre interessi su interessi, cioè un effetto di capitalizzazione occulta, per cui il tasso effettivo reale risulta più alto rispetto a quello nominale dichiarato nel contratto. Ha però precisato che questo non accade sempre e comunque, ma va verificato caso per caso, mediante un’indagine contabile che accerti se nella pratica la banca abbia preteso o incassato interessi superiori a quelli pattuiti. E ha aggiunto un punto fondamentale: se la formula matematica usata dalla banca per calcolare la rata non viene esplicitata nel contratto, e questa formula genera una differenza tra TAN (tasso annuo nominale) e TAE (tasso annuo effettivo), allora si viola l’articolo 117 del Testo Unico Bancario (TUB). Quell’articolo impone che ogni contratto indichi in modo chiaro e trasparente il tasso d’interesse e tutte le condizioni economiche applicate. Immaginiamo un mutuo con le seguenti caratteristiche: Capitale erogato: € 100.000 Durata: 10 anni TAN (tasso nominale annuo): 5% Rimborso: rata costante mensile (ammortamento alla francese) Secondo il TAN del 5%, ci si aspetterebbe che il cliente paghi, in un anno, il 5% di interessi sul capitale residuo. In realtà, la formula matematica della rata alla francese prevede che, in ogni rata, gli interessi vengano calcolati su un capitale residuo che decresce lentamente all’inizio, perché nella prima fase la quota interessi è molto più alta rispetto alla quota capitale. Tradotto in numeri: Rata mensile: circa € 1.061,00 Interessi complessivi pagati in 10 anni: circa € 27.300 Tasso effettivo reale (TAE): circa 5,12% Il cliente, quindi, paga un tasso reale più alto di quello nominale dichiarato. E poiché l’art. 117 TUB impone la massima trasparenza, la conseguenza è che il tasso dichiarato non può ritenersi correttamente pattuito. La Corte d’Appello di Bari ha fatto propria questa impostazione, chiarendo che, quando la banca non specifica chiaramente la formula di calcolo degli interessi nel contratto, il cliente ha diritto a contestare la correttezza del piano di ammortamento. Se il tasso reale risulta superiore, scatta la sanzione dell’art. 117, comma 7, TUB e il mutuo deve essere ricalcolato con tasso sostitutivo, riducendo gli interessi dovuti. Questa sentenza segna un passo decisivo verso una maggiore trasparenza nei rapporti bancari. Un principio di correttezza e buona fede contrattuale che restituisce equilibrio al rapporto tra banca e cliente.
Perché è così importante
La Corte barese ha affrontato di petto il tema già discusso dalle Sezioni Unite n. 15130/2024, una decisione spesso citata dalle banche per difendere la correttezza dei propri calcoli, ma che in realtà contiene passaggi molto più favorevoli ai mutuatari che agli istituti di credito.
Cosa ha detto la Cassazione (Sez. Unite 15130/2024)
Se manca questa chiarezza, scatta la sanzione civilistica: applicazione del tasso sostitutivo legale previsto dallo stesso art. 117, comma 7 TUB.
Esempio pratico: quando il tasso reale è diverso da quello dichiarato
Questo scostamento – pur minimo – ha rilievo giuridico, perché dimostra che la banca non ha esplicitato nel contratto la formula matematica di calcolo (basata sull’interesse composto) che determina quel valore effettivo.
In tal caso, il giudice applicherà il tasso sostitutivo (spesso quello dei BOT o il tasso legale), molto più basso.
La posizione della Corte d’Appello di Bari
Il giudice, in tal caso, deve disporre una verifica contabile tecnica, per accertare se il tasso effettivo applicato coincida o meno con quello nominale dichiarato.
In conclusione
Non si tratta di mettere in discussione l’intero sistema dei mutui alla francese, ma di garantire che il cliente conosca esattamente quanto paga e quale formula matematica genera i suoi interessi.
