Rilevanza del modello F24 nel reato di indebita compensazione

Rilevanza del modello F24 nel reato di indebita compensazione

Rilevanza del modello F24 nel reato di indebita compensazione

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Rilevanza del modello F24 nel reato di indebita compensazione

La Suprema Corte di Cassazione, con sentenza n. 32686 del 17.09.2020, ha sancito con tale pronuncia che l’assenza della dichiarazione IVA non incide sulla configurabilità del reato di indebita compensazione di cui all’art. 10-quater del d. Lgs. 72/2000.

Difatti tale fattispecie di reato si consuma al momento della presentazione dell’ultimo modello F24 relativo all’anno interessato dalla contestazione e non in quello della successiva dichiarazione dei redditi. Pertanto con il modello F24 si perfeziona la condotta del soggetto agente.

In conclusione Gli Ermellini hanno evidenziato nello specifico il seguente principio di diritto secondo cui il "delitto di indebita compensazione previsto dall'art. 10-quater, d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74, non presuppone la presentazione da parte del contribuente di una dichiarazione annuale a differenza del reato di dichiarazione infedele di cui all'art. 4 del medesimo d.lgs. n. 74 del 2000, in cui il mendacio del contribuente si esprime proprio nella dichiarazione annuale relativa alle imposte sui redditi o all'Iva; il reato, infatti, si consuma al momento della presentazione dell'ultimo modello F24 relativo all'anno interessato e non in quello della successiva dichiarazione dei redditi, in quanto, con l'utilizzo del modello indicato, si perfeziona la condotta del contribuente, realizzandosi il mancato versamento per effetto dell'indebita compensazione di crediti in realtà non spettanti in base alla normativa fiscale".

Avv. Flavio Luigi Romito.

 

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