Sproporzione tra ricchezza accumulata e redditi dichiarati non legittima il sequestro
COTRUFO & PARTNERS
Avvocati e Commercialisti
Sproporzione tra ricchezza accumulata e redditi dichiarati non legittima il sequestro
La Suprema Corte di cassazione, con la sentenza n. 20990/2021, ha statuito che la sola prassi dei ricavi in nero e la sproporzione tra la ricchezza accumulata dagli imputati, comprendente immobili, elevata liquidità, numerosi e costosi beni di lusso, autoveicoli di elevato valore, e i redditi dichiarati non è sufficiente a far scattare il sequestro sui beni dell’imprenditore, in relazione al reato di dichiarazione infedele di cui all’art. 4 del d.lgs. 74/2000. In estrema sintesi, una prassi imprenditoriale combinata a un tenore di vita più elevato di quanto dichiarato non sono, da soli, elementi validi a far scattare la misura che dev’essere suffragata da maggiori certezze.
Avv. Francesco Cotrufo, avvocato e commercialista del foro di Bari
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